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CHIUSO DENTRO E ALTRI RACCONTI

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dalla tragedia di Verona

al dramma di un uomo prigioniero

del proprio corpo 

Chiuso dentro

BZ166

Il primo giorno di scuola

L'ultimo giorno di scuola

Raccontrappunto

Autodistruzione

 storie vere e storie possibili

nella mia prima raccolta

 

L’autore “gioca” con le strutture narrative delle storie, caratterizzate dal gusto costante di spiazzare il lettore, gusto presente in molti dei racconti e che raggiunge il suo apice con il finale di Raccontrappunto e  Autodistruzione.

Marco Frullanti - Nativi Digitali

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La raccolta prende il nome da uno dei racconti, Chiuso dentro, che narra la storia di Mauro Flocci, la cui vita subisce una dolorosa svolta a seguito di un ictus che lo riduce in una condizione definita sindrome Locked in. Pur essendo perfettamente cosciente, Flocci non è in grado di comunicare con l’esterno. È a tutti gli effetti chiuso dentro nel suo corpo. Il racconto si muove lungo le vicende del paziente, vissute anche attraverso gli occhi di Michela Ferri, una specializzanda cui viene affidato il caso. Con un gioco di ruoli che rimane ambiguo, sino alla fine.

Il secondo racconto, BZ166, si ispira al disastro aereo di Verona. Il 13 dicembre del 1995 un Antonov diretto a Timisoara precipita meno di un minuto dopo il decollo. Muoiono 49 persone. Il cuore di BZ166 pulsa tutto nell’arco di poche ore, in cui le negligenze umane e gli imperscrutabili capricci del caso si intrecciano in modo implacabile.
Il primo giorno di scuola e L’ultimo giorno di scuola sviluppano soggetti semplici (il primo sotto forma di quattro variazioni su un tema dato), solo all’apparenza poveri di potenzialità.
Raccontrappunto narra le vicende di un giovane musicista, la cui vita si intreccia finemente con le opere di Johann Sebastian Bach e il significato ultimo della creatività, qui rappresentata da una delle sue massime espressioni, l’Arte della Fuga. Raccontrappunto è la storia del tentativo ossessivo di completarne l’ultimo brano rimasto incompiuto.
Con Autodistruzione, lancio una sfida al lettore ma, in fondo, anche a me stesso.

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